Il teatro può aiutare a ripartire.
“Noi di Youmani crediamo negli incontri.
Quelli in cui ci si riconosce da uno sguardo, quelle contaminazioni da cui
germoglia la bellezza, quelle alchimie con cui si creano momenti di
condivisione. Con PrisonArt è stato così, le nostre strade si sono incrociate
e, lavorando insieme, siamo riusciti a portare il nostro spettacolo “Solo perché donna”, a un anno dal
suo debutto, all’interno delle mura della II Casa Circondariale di Milano
Bollate” ha raccontato la presidente di
Youmani ODV Nicoletta Ceaglio.
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne,
sono stati creato tre momenti per condividere emozioni e offrire, al pubblico,
spunti di riflessione su questo argomento, sempre troppo attuale.
“Lo spettacolo racconta, attraverso i
monologhi di alcune donne, episodi di violenza, diversi per tipologia,
sfumature, messa in atto, in modo diretto e mai edulcorato, con il preciso
scopo di condividere con il pubblico, diviso in gruppi e posizionato davanti a
postazioni diverse, le emozioni, i dolori, la disperazione di queste
situazioni. I recenti fatti di cronaca e i numeri di cui si parla evidenziano un problema per cui c’è ancora tanto da
fare, troppo, e ogni occasione in cui se ne parla e si riflette è preziosa”.
La prima serata si è svolta mercoledì 22
novembre, per un pubblico di ospiti del carcere, 90 uomini che hanno assistito
allo spettacolo, con imbarazzo ed emozione, pudore e attenzione. “Qualcuno non
ha resistito fino alla fine e ha preferito uscire dalla sala in anticipo, ma è
comprensibile quando ci si sente forse coinvolti personalmente. Avere comunque
scosso le coscienze tanto da dare fastidio è un ottimo risultato”.
La seconda serata si è svolta giovedì 23
novembre, per un pubblico di esterni, con l’obiettivo di creare osmosi tra il
dentro e il fuori. “Il pubblico di circa 100 persone esterne ha partecipato
emozionato alla rappresentazione, lasciandosi coinvolgere e travolgere dalle
storie. Le offerte raccolte saranno
devolute a PrisonArt, l’associazione che organizza e gestisce i laboratori di
teatro in carcere. Il teatro è una risorsa e uno strumento per conoscere se
stessi, per crescere insieme a un gruppo, per riflettere e lavorare insieme per
la costruzione di qualcosa. Proprio per questo un lavoro come quello di
PrisonArt è prezioso all’interno delle mura, ma con l’obiettivo anche di seminare
spunti e interessi per un futuro fuori: per questo noi Youmani abbiamo deciso
di sostenerla con il nostro spettacolo”.
La terza replica si è svolta sabato 25
novembre, in mattinata, sempre per gli interni, un pubblico più ristretto
composto in parte dal reparto femminile, che non ha nascosto la propria
partecipazione e commozione. “Al termine di questa replica un agente della
polizia penitenziaria mi ha avvicinato e mi ha detto: “Spettacolo bellissimo,
dovete portarlo nelle scuole. Perché questo è l’ultimo baluardo, qui tutto è
già successo.” Pur capendo il suo punto di vista e condividendo la necessità di
una educazione che parta molto presto, noi pensiamo che anche dagli ultimi
baluardi si possa e si debba ricostruire e ripartire”.
“Proprio per questa convinzione, certi
che il teatro, come l’arte in generale, sia uno strumento vero di rinascita,
tra i nostri soci ci sono anche persone che scontano una pena detentiva e che
usufruiscono di misure alternative per il reinserimento sociale. Quando
calchiamo le scene insieme, siamo tutti, semplicemente, teatranti per amore”.
Storie di Andrea Re.
"Storie di Andrea Re" per il sociale ricorda:
Quando guidi, guida e basta.
Non abbandonare gli
animali.
Condividiamo le parole di Lulù - personaggio dello spettacolo: "Se fossi riuscita anche solo con una mia parola, anche solo con un mio gesto, a cambiare di un infinitesimo il destino di una donna, allora avrei ricevuto la ricompensa più grande che vi sia sulla terra.
RispondiEliminaSe, invece, avessi fallito e nulla fosse cambiato nel cuore di chi mi ha visto e sentito, allora non mi arrenderò e ritenterò con più forza di prima, perché alla fine dei tempi possa rispondere, con quanta forza ho nel cuore, che nulla ho lasciato di intentato per salvare una mia sorella." Parola di Lulù.