Tanti i reati contestati, da associazione di tipo mafioso a estorsione e porto abusivo d’armi.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli e della
Compagnia Napoli Centro e la Polizia di Stato di Napoli su delega del
Procuratore della Repubblica f.f. di Napoli, hanno eseguito, nella
mattinata del 29 maggio 2023, nella zona
dei Quartieri Spagnoli del Capoluogo partenopeo, un’ordinanza di custodia
cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta dei
magistrati della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 53
persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione di
tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio e al traffico di sostanze
stupefacenti, estorsione, ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da
fuoco.
Foto Ansa. |
Il provvedimento in parola compendia gli esiti di diverse indagini esperite dalla Squadra Mobile, dal Comando Provinciale di Napoli e dalla Compagnia Carabinieri Napoli Centro, tra il 2018 e il 2020, che hanno documentato l’esistenza e l’operatività di un’associazione di tipo mafioso, armata, strutturata in alcuni gruppi criminali operativi nella zona centrale del capoluogo e, in particolare, nei cosiddetti Quartieri Spagnoli di Napoli, avente rapporti di cooperazione con i più potenti sodalizi dei Mazzarella e dei Contini.
Il primo dei sodalizi investigati e colpiti dall’odierno
provvedimento è quello capeggiato da Saltalamacchia Eduardo, Masiello Vincenzo
ed Esposito Antonio, dedito ad attività estorsive, soprattutto ai danni di
commercianti e gestori di piazze di spaccio, al controllo e alla gestione della
vendita al dettaglio dello stupefacente, in particolar modo nelle zone
denominate della Pignasecca, di Largo Baracche e della Speranzella, e ad ogni
atra attività finalizzata al controllo del territorio. In particolare
Saltalamacchia Eduardo ha ripreso il controllo della zona della Pignasecca,
unitamente ad Esposito Antonio e Masiello Vincenzo, operativi nelle zone della
Speranzella e di Largo Baracche dopo la sua scarcerazione avvenuta nel dicembre
2019.
L’attività di indagine, ancora, ha documentato l’esistenza e
l’operatività di un gruppo criminale facente capo al pregiudicato Furgiero Carmine, alias “o’pop”, e al
figlio Luigi, dedito ad un fiorente traffico di stupefacenti nella
zona di vico Canale a Taverna Penta, che da anni sovvenziona i clan malavitosi
dei Quartieri, ricevendo all’occorrenza da questi ultimi sostegno ed ausilio.
Le indagini hanno ricostruito anche attraverso le immagini di
sistemi di videosorveglianza la frenetica attività di vendita al dettaglio
della droga posta in essere presso la famigerata piazza di spaccio della sposa,
coincidente proprio con i luoghi nei quali insistono le abitazioni della
famiglia Furgiero. Ancora è stato dimostrato come lo stesso gruppo criminale si
avvalesse di numerosi pusher che, a seguito di contatti telefonici,
provvedevano a recapitare le dosi di stupefacente a domicilio, direttamente
presso le abitazioni dei clienti o in luoghi convenuti con gli stessi.
Proprio in quel vico Taverna Penta, il 18.5.2020 gli
spacciatori lì presenti furono raggiunti da colpi di arma da fuoco e risposero
ad appartenenti ad un gruppo criminale contrapposto che intendeva affermare il
predominio sull’area, imponendo il pagamento della tangente estorsiva.
Lo spessore criminale del sodalizio in parola è stato
comprovato dalla ricostruzione del citato episodio in occasione del quale, a
seguito di un diverbio, alcuni degli indagati, sostenuti dal gruppo criminale
diretto da Saltalamcchia Eduardo,
Esposito Antonio e Masiello Vincenzo, ingaggiarono uno scontro a fuoco con
pistole e mitragliette, a seguito del quale alcuni di loro riportarono anche
ferite.
Sono emersi, inoltre, rilevanti elementi indiziari in merito
alla esistenza, nel cuore dei Quartieri
Spagnoli, di un altro sodalizio facente capo alla famiglia Masiello, con al
vertice Antonio, alias “o’nu”, e suo figlio Vincenzo, alias “o’cucù”,
parimenti in grado di gestire una fiorente attività di traffico e spaccio di
sostanze stupefacenti, oltre ad avere la disponibilità di armi da fuoco.
La piazza era militarmente presidiata h24 da vedette, che si
alternavano in base a turni prestabiliti. Lo stupefacente era detenuto e
confezionato all’interno di un immobile sito in Vico Teatro nuovo.
Le cessioni avvenivano attraverso panieri calati dalle
finestre o consentendo l’accesso all’acquirente accompagnato dal pusher: in
quest’ultimo caso, essendo la porta di accesso chiusa dall’interno, le chiavi
venivano lanciate all’esterno.
Inoltre, in caso di sequestro di stupefacente da parte delle FF.OO.,
il cliente, previa esibizione del verbale di sequestro e della conseguente
contestazione amministrativa, otteneva a titolo gratuito una ulteriore dose di
stupefacente: così operando, l’organizzazione comprava l’omertà dell’acquirente
fidelizzandolo.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in
sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di
impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle
indagini e, come tali, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
Storie di Andrea Re.
Commenti
Posta un commento