Lunedì 30 ottobre ore 21 Auditorium Padre Reina, via Meda 20
Un film di Annalena
Benini
Un ritratto intimo, ironico e libero di
Patrizia Cavalli. La poeta amata da Elsa Morante incarna la modernità anche
pop della poesia italiana contemporanea, l’amore per le parole e per la
performance. La sua storia è il cammino di una donna totalmente libera,
bisognosa di pubblico e di amicizia, bisognosa di giocare seriamente con la
vita. Una ragazza che scappa dalla provincia e dalle sue regole ordinarie per
diventare, avanti e indietro nel tempo, regina di se stessa. Con grande
talento, innocenza e sense of humour.
Il documentario restituisce allo spettatore la carnalità, la libertà e il
calore delle poesie di Patrizia Cavalli, l’esperienza di un’autentica
ispirazione poetica fondata sulla vita quotidiana, e il senso profondo di
un’esistenza che rifiuta la banalità delle definizioni.
«Abbiamo voluto mostrare Patrizia Cavalli nella sua verità e intimità, e offrire al pubblico la possibilità di conoscerla davvero. Per incontrare Patrizia Cavalli bisogna passare del tempo nelle sue stanze, tra i suoi cappelli, i libri, le poltrone, il tavolo del soggiorno, la grande foto di Elsa Morante, nel posto in cui ha vissuto da quando ha iniziato a scrivere poesie, il posto che coincide con la sua scoperta del mondo e con la vita esteriore e anche interiore. È stato un incontro tra amici, soprattutto all’inizio, quindi era giusto mostrarne anche il backstage, la costruzione del film, i cambi d’umore e di idea. Abbiamo seguito Patrizia Cavalli con fiducia e lei si è fidata di noi e ci ha offerto il suo sguardo sul mondo, sulla poesia, sull’amore, sul poker, sulla malattia.» (Annalena Benini e Francesco Piccolo)
«Se l’amica Elsa Morante – decisiva per la pubblicazione della sua prima
raccolta, che dà anche il titolo al film – la laureò poeta (non poetessa)
insistendo per conoscerla attraverso la lettura dei suoi versi, allora qui
Cavalli si racconta quasi sempre parlando di altro da sé: gli incontri, l’amore
e la sua semiotica, tra alto e quotidiano, il gioco, la curiosità per la vita,
mai distinta da una pigrizia leggendaria: solo cinque le raccolte di poesie,
più uno di prose, in circa cinque decenni di attività, dopo avere, come molti
spiriti liberi, abbandonato presto la nativa Todi e scelto Roma per
un’emancipazione fatta di grandi esitazioni, palpitazioni, goffaggini, solitudini,
slanci.» (Raffaella
Giancristofaro, Mymovies.it)
Storie di Andrea Re.
"Storie di Andrea Re" per il sociale ricorda:
Quando guidi, guida e basta.
Non abbandonare gli
animali.
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