Il valore umano è ciò che lo ha contraddistinto.
Sono 41 anni che Giovanni Marcora, uomo politico e
imprenditore agricolo di Inveruno, ci ha lasciato. Un vuoto umano e politico
che il ricordo e l'ispirazione ai suoi valori possono però aiutare a colmare.
La sua figura è stata ricordata in un convegno nella serata del 15 marzo al Circolo San Giuseppe Busto Garolfo.
L'organizzatore Angelo Chiappa nell'introduzione, ringraziando i numerosi
intervenuti, segno di una partecipazione molto sentita, ha colto anche
l'occasione per ricordare un ‘marcoriano’ doc come Gianni Mainini. Presidente dell'Associazione Marcora, Mainini ha
infatti consentito la trasmissione dalla grande eredità culturale del politico
inverunese, coltivandone la memoria e facendone conoscere l'azione nei vari
campi.
Tra i relatori della serata Bruno Tabacci, che ebbe modo di
lavorare a stretto contatto con Marcora, ha ricordato la sua lezione politica:
"Nella vita politica, Giovanni ha saputo sempre privilegiare i rapporti
umani, anche al di là delle appartenenze partitiche in Parlamento. Questo lo ha
portato a saper trovare accordi sempre per il bene comune. Di lui si ricordano
in particolare due leggi: la prima legata all’obiezione di coscienza e al
servizio civile che ha consentito ai giovani di poter scegliere lo svolgimento
di un servizio alternativo a quello militare per la comunità, e la seconda
riguardante la legge per il subentro dei lavoratori, con la forma delle
cooperative, nelle crisi aziendali. Provvedimenti dal punto di vista
legislativo innovativi per la storia del nostro Paese, che testimoniano la
capacità di Marcora di saper guardare al pubblico interesse trovando sempre
delle soluzioni intelligenti”.
Mariapia Garavaglia si è invece soffermata su Marcora partigiano, un'attività che lo vide
particolarmente attivo durante la Resistenza anche nel braccio armato: “Il
mitico comandante Albertino (questo il suo nome di battaglia ndr) ci ha
lasciato una lezione attuale anche per l’oggi riguardo la Resistenza come
elemento fondante della nostra Repubblica e dalla democrazia. Questa è un bene
che va difeso giorno per giorno e non da considerarsi acquisito una volta per
tutte. Oggi viviamo un'epoca storica che rischia di mettere in pericolo la
convivenza pacifica con autocrazie e democrazie finte”.
Il figlio Luca Marcora si è naturalmente
soffermato sul ritratto del padre come uomo di grandi principi, attaccato alla
famiglia, alle radici del proprio territorio e alla sua azienda oltre che al
bene del Paese: "Mio padre nel portafogli era solito conservare non solo
un documento di sintesi del bilancio dello Stato, ma anche un riepilogo delle
scadenze in cui le fattrici della nostra azienda dovevano partorire. Una grande
concretezza che lo ha portato a saper gestire ottimamente la realtà aziendale
di famiglia, ma anche a reggere le sorti politiche della comunità di Inveruno
in cui è stato più volte eletto sindaco, mantenendo sempre un contatto umano
con tutti senza far pesare alcun tipo di gerarchia con gli interlocutori".
Nel suo intervento il
Consigliere regionale del Partito Democratico Carlo Borghetti ha sottolineato il richiamo ideale a Giovanni
Marcora: "Purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscere di persona
Marcora dato che avevo solo 14 anni quando ci ha lasciato, però mi sono sempre
ispirato alla sua eredità politica, avendo avuto la fortuna di conoscere agli
inizi del mio impegno politico a Rho amici e consiglieri con cui aveva
condiviso la sua militanza. Mi riferisco a Roberto
Pravettoni, Giorgio Ferrario, Patrizia Toia e Mariapia Garavaglia. Da
loro ho imparato lo stile politico di Marcora: presenza sul territorio,
costante contatto con gli elettori, impegno serio e competente nelle
istituzioni e fedeltà ai propri valori civili e religiosi. La sua lezione
politica è ancora attuale. La sua convinzione che l'Italia si giochi il suo
destino in Europa è emblematica, dato che l'Italia da sola non può andare da
nessuna parte. Già ai suoi tempi Marcora aveva capito, rappresentandoci a
livello continentale per le politiche agricole e comunitarie, che solo
all'interno di questo quadro per agricoltori e allevatori vi era una reale
prospettiva di crescita. Oggi in un mondo più complesso per la globalizzazione
e i mutamenti tecnologici, deve essere ancora più radicata in noi la convinzione
che l'Italia possa avere un suo ruolo solo all'interno di un'Europa più forte.
Questa sua fedeltà ai valori, il saper interpretare la politica come impegno ma
anche con preparazione approfondita per accedere alle cariche pubbliche,
mantenendo le proprie radici nel territorio al servizio dei cittadini, è un
lascito straordinario. Il cuore di Marcora è sempre rimasto nella sua terra, la
testa a Roma ma con lo sguardo rivolto all’Europa per studiare strategie
politiche che rivestono ancora una grande attualità”.
Al termine dell’incontro i
presenti hanno potuto prendere parte ad un momento conviviale, con quello
spirito di amicizia e condivisione che sicuramente sarebbe piaciuto anche a
Giovanni Marcora.
Storie di Andrea Re.
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