Prossimo appuntamento il 31 maggio col professor Pregliasco
Un venerdì sera interessante e molto partecipato quello del 12 aprile, che ha visto oltre ottanta persone in Sala Convegni del Centrho in piazza San Vittore a Rho(MI), con ingresso in via Garibaldi, all'evento "Guardie e ladri", organizzato dall'Associazione culturale rhodense Nuovo Rinascimento.
Un dialogo moderato da Mauro Tosi, Aldo Violino e Fabrizio Malvicini, che ha visto protagonisti lo storico direttore del carcere milanese di San Vittore, Luigi Pagano, e un ex rapinatore, Francesco Ghelardini.
Per l'occasione sono stati presentati i loro due libri, libri di storie apparentemente lontane, ma che avevano in comune un luogo, il carcere.
Il carcere non come luogo di "pena" ma come luogo di "redenzione", perchè nella vita si può sbagliare, ma bisogna avere la possibilità di correggere i propri e tornare a una vita normale. Per farlo ci vuole un carcere "aperto" e che dia la possibilità di vivere e tornare a reintegrarsi nella società civile, nella comunità.
Per ottenere risultati in questo senso bisognerebbe avere molte persone come il dottor Luigi Pagano e la sua idea di carcere. Una persona che, senza mai essere stato carcerato, ha trascorso buona parte della sua vita e quella della sua famiglia, all'interno di molte carceri sparse per l'Italia.
Dall'altro punto di vista, quello di un ex rapinatore, ho compreso che la "redenzione" è possibile, certamente non siamo tutti uguali e ognuno di noi deve seguire un percorso personalizzato. Come dicevo non siamo tutti uguali, infatti quando Francesco ha raccontato la sua storia, entrato in carcere si è sentito rientrato in famiglia, perchè lì si trovava la sua famiglia, e ha parlato del fratello, che ha "passato due anni sulla branda a guardare la tv e a fumare, poi uscito ha iniziato a fare il camionista e lo fa ancora oggi".
Non tutti però riescono da soli. Francesco Ghelardini al racconto della sua storia, oggi impiegato e soccorritore 118, subito l'ho paragonato a San Francesco d'Assisi, la prima parte della sua vita fatta di bagordi e dopo, una vita da esempio per molti.
La serata si è conclusa dopo circa due ore e mezza, con gli autori che firmavano dediche sui loro libri.
Storie di Andrea Re
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