Sì è
tenuta nella mattinata di martedì 24 gennaio, presso la sala convegni in villa
Burba a Rho in corso Europa 291, la conferenza di presentazione della mostra “I
deportati del trasporto 81”, organizzata dalla professoressa Carmen Meloni, e
curata da Antonietta Arrigoni e Marco Savini presidente ANED Pavia assenti, i
quali hanno inviato una lettera di ringraziamento e saluti. Incontro molto
partecipato a cui erano presenti l’amministrazione comunale, le forze dell’ordine,
sezioni ANPI(Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e ANED (Associazione
Nazionale Ex Deportati), studenti dell’Istituto Puecher-Olivetti e del Liceo
Rebora e cittadini.
L’evento è cominciato con una breve presentazione da parte della moderatrice, la dottoressa Paola Cupetti, a cui sono seguiti il breve intervento della vice sindaco Maria Rita Vergani, la quale dopo aver ricordato le parole di Liliana Segre, ha sottolineato: “dobbiamo ricordarci che le nostre scelte sociali e politiche, ma in tutte le scelte, dobbiamo tenere alti i valori che ci possano tenere lontano dal ripetersi e dal verificarsi di questi orrori”, seguita subito dopo dall’intervento del presidente dell’ANPi di Rho, Mario Anzani: “bisogna attestare soprattutto nei giovani una coscienza civica e democratica” volendo poi porre l’attenzione sul pericolo che corre la democrazia nel mondo oggi sotto l’operato fascista.
Leonardo Visco Giraldi |
La conferenza è cominciata con l’intervento da parte degli ospiti-relatori, per primo è intervenuto il presidente ANED sezione di Milano, Leonardo Visco Giraldi: “bisogna ricordare la resistenza militare, insieme a tutte le altre resistenze che si sono opposte al nazi-fascismo, e lo ha fatto con grande coraggio. La concezione fascista era quella di eliminare i nemici”. Poi ha preso la parola Giovanna Pesapane, figlia del maggiore Ubaldo Pesapane: “lo scrivano dei morti era soprannominato mio padre, che non ha mai raccontato niente, come tutti. Prima di tutto cercavano disperatamente di dimenticare, e poi perché nessuno in quel tempo poteva immaginare quello che succedeva in quei posti”, ma lo scrivano dei morti aveva mantenuto delle carte di quegli accadimenti funesti, ritrovati dalla figlia nel 2005 e donati all’archivio storico del campo di Bolzano, da cui si è riuscito a far arrivare notizie di tanti ai loro cari, tra i quali c’era il generale Guglielmo Barbò, raccontato dalla nipote Silvia Rivetti. “Grazie a Pesapane sono riusciti a capire tutti i numeri di matricola e dare di nuovo un nome e un cognome a chi era morto. Personalmente, c’è una cosa che vi voglio raccontare, con mia grande meraviglia e stupore, chiedendo all’anagrafe di Rho il fascicolo di mio nonno Pietro Meloni, in mezzo a tanti documenti appartenenti a lui ho trovato una lettera del maggiore Pesapane che ha scritto alla vedova, dove lui attesta di aver conosciuto Pietro Meloni e scrive anche come nonno Pietro è morto” ha raccontato Carmen Meloni.
Il tavolo dei relatori durante l'intervento del sindaco |
E’ stato poi il momento di Walter Gibillini che ha ricordato il padre Venanzio, sopravvissuto: “la cosa che lo ha colpito di più è stata l’indifferenza della gente al loro passaggio. Si veniva annientati, non si era più una persona con nome e cognome, ma un numero”. Nel finale sono intervenuti un docente e degli studenti delle scuole intervenute, prima della conclusione e i ringraziamenti da parte del sindaco Andrea Orlandi: “è stata una mattinata davvero intensa in cui abbiamo visto forse solo l’apice di tutto quello che avete dentro. Ma credo sia qualcosa di prezioso”.
La mostra sarà aperta fino al 7 febbraio nella sala delle colonne in villa Burba con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13, martedì e giovedì anche dalle 16 alle 18.30, sabato e domenica dalle 16 alle 18.30. Per prenotazioni o informazioni scrivere a: carmen.meloni6@libero.it
Andrea Re
Mattinata molto emozionante, in cui abbiamo rivissuto gli orrori dei campi di sterminio e di concentramento.Grazie Andrea per il racconto minuzioso e attento.Grazie a Carmen che ha allargato il nostro sguardo della Memoria.
RispondiEliminaGrazie
EliminaRicordare e condannare ciò che è successo in passato per impedire che simili orrori si ripetano. (Ottima idea la ENGLISH VERSION)
RispondiEliminaGrazie
Elimina