Rho. Cyberbullismo: non il solito convegno

 Cyberbullismo e l’impatto sugli adolescenti

Giovedì 4 aprile presso la sala Convegni di villa Burba in corso Europa 291 Rho(MI), si è tenuta una serata di confronto e approfondimento sul cyberbullismo, promossa e organizzata da Fare Diversamente APS, con il supporto degli attori di Caminante APS e cooperativa La Fucina. L'iniziativa si colloca all'interno di "CUR-ARTI" manifestazione creata dal Comune di Rho per informare e sensibilizzare la comunità sull'importante tema della salute mentale.

 


Un evento molto partecipato che ha spezzato la solita narrazione fatta di numeri e statistiche e che ha messo in “scena”, grazie agli attori e alle attrici di “Leggi che ti passa” e di Caminante APS, la storia di Sofia, intervallata da un dialogo a più voci di professionisti che quotidianamente si interfacciano con adolescenti. Il dottor Samuele Zanichelli, vicepresidente di Fare Diversamente, la dottoressa Martina Tisato, educatrice professionale, Il dottor Paolo Bossi educatore professionale e la dottoressa Stefania Vianello psicologa e psicoterapeuta, i quali hanno saputo coinvolgere i presenti in un momento educativo e di riflessione atto a costruire maggiore consapevolezza sul cyberbullismo e sul ruolo che gli adulti possono avere per minimizzare i rischi ai quali sono esposti nella rete. A rappresentare il Comune di Rho l’Assessore alle Politiche Sociali Paolo Bianchi, intervenuto a chiusura della serata per sottolineare l’importanza che una comunità, attenta, ha nel prendersi cura dei suoi giovani sensibilizzando queste tematiche.

Spesso pensiamo che il cyberbullismo sia qualcosa di lontano da noi ma la storia di Sofia, tratta da Cuoriconnesi, è quella di tanti adolescenti e famiglie. Conosce Sergio un sabato sera a casa di amici, inizia una frequentazione e se ne innamora. Il racconto è intriso di emozioni e di una relazione che è vissuta sia nel reale che nel virtuale. Fatta di presenza e delle tanto attese chat del dopocena. Un giorno e su richiesta di Sergio, Sofia, decide di condividere con lui degli scatti intimi sulla chat. In fin dei conti, si dice, le relazioni sono fatte di fiducia.







Da questo momento la narrazione cambia. Sergio condivide le foto con alcuni amici che le posteranno in rete. Le immagini decontestualizzate esporranno la giovane donna ad un linciaggio collettivo che avrà su di lei serie conseguenze psicologiche e fisiche. Qui inizia il dopo di Sofia, un dopo fatto di vergogna, ansia, voglia di sparire e addirittura di morire. Ad aiutarla saranno le amiche e la comunità di adulti che la sosterranno nel ricostruirsi e nel sanare le proprie ferite.

Oggi i social sono un elemento importante nella nostra vita e ancora di più lo sono per gli adolescenti nativi digitali. Demonizzarli non è la soluzione. Come tutto ciò che è nuovo, infatti, diventa un’opportunità se riusciamo a governarlo, un po’ come l’uomo ha fatto con il fuoco nel momento in cui ne ha compreso le potenzialità.

Le nuove generazioni, e non solo loro, creano le proprie relazioni tanto nella realtà concreata quanto in quella virtuale. Legami che hanno pari peso e dignità. I social diventano un contenitore capace di amplificare emozioni. Qui gli adolescenti esprimono diversi bisogni; primo fra tutti quello di essere accettati, visti e riconosciuti come parte integrate di una società che, grazie alla tecnologia, ha cambiato il proprio modo di comunicare.

Durante la serata gli interventi degli esperti hanno sottolineato il ruolo fondamentale che spetta agli adulti nel creare una strada fatta di consapevolezza per i propri giovani nell’ utilizzano dei social. Il dottor Paolo Bossi ha usato una metafora potente, quella della boa che segna un percorso in mare. Puoi oltrepassarla, sì, sapendo che oltre quella boa sarai esposto al passaggio delle navi e quindi a rischi più alti.

Il dialogo, l’ascolto profondo privato dal giudizio e una buona dose di regole rappresentano strumenti cruciali nella relazione tra adulto e adolescente. Una relazione dove entrambi possano parlare liberamente di quello che accade anche nella realtà virtuale e di quanto, anche lì, le nostre azioni possano essere impattanti e dannose per chi le subisce.

La comunità educante se non vuole essere fallimentare deve andare oltre l’efficienza come criterio di giudizio. Una comunità attenta è quella che attraverso il dialogo, ha sottolineato il dottor Samuele Zanichelli, racconta la sconfitta, le cadute e il dolore ai giovani e lo fa prendendosi cura di chi soffre.

Il finale della serata è stato tutto di Sofia, a volte l’ansia e gli incubi tornano a farle visita, ha cambiato scuola ma è ancora circondata dalle stesse amiche.

Di Sergio non sappiamo nulla, possiamo solo augurarci che qualcuno si sia occupato anche di lui per permettergli di non ripetere mai più un’azione del genere.

Testo e immagini di Eliana Russo

Storie di Andrea Re


"Storie di Andrea Re" per il sociale ricorda:

Quando guidi, guida e basta.

Non abbandonare gli animali.   

 

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